Uncommon Fruits
is... flowering

Uncommon Fruits è un progetto nato dalla collaborazione tra il collettivo Robida (Topolò, Benečija, IT) e Zavod Cepika (Kojsko, Goriška Brda, SI) che indaga attraverso la lente degli alberi da frutto due diversi paesaggi – uno, la Goriška Brda, caratterizzato da una quasi monocoltura della vite e l'altro, quello che circonda Topolò, dall'abbandono – e le passate, presenti e future relazione che gli esseri umani hanno con questo.
All’interno del progetto Uncommon Fruits, gli alberi da frutto e frutteti diventano le lenti attraverso le quali questi paesaggi vengono osservati e reimmaginati. Uncommon Fruits raccoglie ricordi e conoscenze sulla cultura degli alberi da frutto, esplora il giardinaggio come tecnica che potenzia l’intero paesaggio e promuove attraverso varie azioni una relazione più intima tra essere umano, alberi, frutteti e paesaggio.

Riimmaginando routine e rituali legati alla cultura degli alberi da frutto, esploriamo i gesti di una pratica che ritorna e che continua ad essere portata avanti. Seguendo le stagioni, il paesaggio, le api, le mani, il cestino, il tavolo della cucina, la crostata, il kozolec portiamo avanti una ricerca incarnata sulla cultura degli alberi da frutto e sui suoi movimenti ciclici. Creando percorsi per frutti non comuni all’interno della routine quotidiana e di ritorni stagionali.

Aljaž Škrlep
Aljaž Škrlep è uno scrittore, insegnante e apicoltore amatoriale. Fa parte del collettivo Robida, dove cura la programmazione di Radio Robida e co-cura la sezione teorica del programma di Robida. È interessato alle pratiche di scrittura marginali, alla deterritorializzazione del linguaggio, al concetto di confine e allo spazio che possono avere le piante e gli animali nella teoria critica contemporanea.

Il progetto Uncommon Fruits è per me un'opportunità per approfondire l'idea non comune delle piante come maestre. Sono interessato a come le piante possano riconfigurare la nostra idea di umanità e rivoluzionare la nostra comune comprensione dell’ontologia, epistemologia, etica e persino politica.

Antônio Frederico Lasalvia
Antônio Frederico Lasalvia è un indisciplinato architetto brasiliano. Dal 2022 collabora con lo studio FAHR 021.3 con sede a Porto, dove si impegna in progetti che spaziano dalla scenografia e pianificazione urbana al lavoro curatoriale fino a interventi scultorei. È anche membro di DEMO (A Design Fiction Lab) e studente presso il New Center for Research and Practice. Antonio è attualmente attratto dalla filosofia della tecnica, in particolare da come si pensa che l’agency sia distribuita all'interno delle nozioni di materialità e autorialità.

All’interno di Uncommon Fruits mi interessa riflettere sul nostro rapporto con gli alberi in un modo che non sia centrato unicamente sul frutto; comprendere l’agricoltura come una tecnica che potenzia l'intero paesaggio durante l'anno (che comprende l'albero, ma anche gli esseri adiacenti ad esso); riflettere sulle conseguenze del ruolo unico che gli esseri umani assumono quando riordinano intenzionalmente i collegamenti tra le diverse entità che costituiscono l’ambiente.

Dora Ciccone
Amante e studiosa delle immagini in movimento, ha trovato casa a Topolò, sul confine tra Italia e Slovenia, di fronte al cinema del paese. Da qui, immagina nuovi modi per costruire comunità ed esperienze educative attraverso l’esplorazione del paesaggio e la raccolta di memorie. Come coordinatrice museale ed educatrice del museo multimediale SMO, pone il proprio sguardo sull'intersezione tra media e patrimonio orale, prendendosi cura della voce delle persone per raccontare nuove storie.

Con Uncommon Fruits desidero tessere un nuovo strato di Robida nel paese di Topolò, uno strato profondamente radicato e destinato a crescere lentamente nel tempo. Uno spazio fisico per osservare ed esplorare il paesaggio, e uno spazio collettivo per condividere e abitare, seguendo il ritmo delle stagioni, i suoi colori e i suoi odori, e riempiendolo di gesti di cura e giocosità.

Elena Rucli
Elena Rucli si è laureata presso la facoltà di Architettura IUAV di Venezia. Durante il suo percorso di studi ha studiato anche in Svizzera e Portogallo. Dal 2016 fa parte del collettivo culturale Robida, legato al paese di Topolò, al confine con tra Italia e Slovenia. Durante i suoi anni di studi ha sempre mantenuto la sua passione per il disegno. Predilige la semplicità di linee nere su sfondo bianco. Rappresenta maggiormente spazi/architetture (reali e immaginarie) e natura. Ha esposto le sue opere a Topolò, Udine, Milano, Roma e Amsterdam. Ultimamente sta esplorando il mondo della ceramica.
Lately she has been exploring the ceramic world.

Mi piacerebbe che questo progetto sia un motivo di scambio, ricerca e approfondimento interdisciplinare. Il progetto, che prende come pretesto la riflessione sul “frutto” in senso ampio, nasce dalla passione di un gruppo eterogeneo che ha come obiettivo quello di raccontare il passato, immaginare un futuro, influenzando il presente.

Gregor Božič
Regista, direttore della fotografia e ricercatore di pomologia mediterranea. Il suo lavoro è stato presentato e premiato in prestigiosi festival cinematografici internazionali, tra cui Cannes, Toronto, Locarno, Rotterdam, Tallinn, Marsiglia, Shanghai, New York, ecc. Dal 2010 lavora alla ricerca di antiche varietà di frutta autoctone del Mediterraneo. Nel 2014 ha piantato un frutteto e banca genetica e ha scritto un libro sul patrimonio culturale delle varietà trovate nella zona di confine tra Italia e Slovenia.

Mi piacciono i frutti che crescono sugli alberi antichi. Ogni morso mi trasporta nel tempo impiegato da un albero del genere per maturare. In effetti, non ho nemmeno bisogno di assaggiare o vedere il frutto; solo immaginarlo mi permette di apprezzare il rapporto tra l'albero e i contadini che lo hanno coltivato. Ogni frutto porta con sé un universo di storie, piene di attesa che l'albero fiorisca e dia frutti. Durante le stagioni invernali emergono paesaggi vividi di immaginazione, insieme a ricordi che collegano generazioni attraverso questi alberi. Per me Uncommon fruits rende omaggio a questa passione intrecciata.

Janja Šušnjar
Architetta con abita e lavora a Ljubljana (Slovenia). Negli ultimi anni ha partecipato a numerosi progetti e corsi di formazione nei campi dell'arte e dell'architettura in Slovenia e all'estero (Italia, Norvegia, Giappone, Regno Unito). È interessata alla ricerca qualitativa dei luoghi e al ripensamento dell'equilibrio tra ambiente costruito e ambiente naturale. Nel suo lavoro esplora gesti rispettosi nelle aree rurali e modi poetici per stabilire nuovi significati a strutture esistenti.

Uncommon fruits è un progetto sulla memoria, osservazione e immaginazione. Si tratta di stringere rapporti con il paesaggio, la natura e i suoi abitanti. Penso che i luoghi siano creati attraverso una nuova narrazione, attraverso nuovi significati. Questo progetto dovrebbe pensare ai luoghi dimenticati - e cercare di comprenderne i significati - e trovare luoghi che potrebbero diventare significativi, attraverso la connessione attiva con il paesaggio e i suoi "frutti".

Philipp Kolmann
Philipp co-sviluppa esperienze sensoriali, servizi e prodotti che incarnano le relazioni simbiotiche tra le persone e la terra. Utilizza il sapore e il profumo come mezzi per ricoltivare un senso di convivenza e rafforzare la nostra connessione con i luoghi in cui abitiamo. Si concentra sulle culture alimentari locali e sulle loro composizioni site-specific di microbiomi, risorse naturali e interventi umani. Philipp esamina determinati contesti e le loro complesse interdipendenze per avviare progetti transdisciplinari che supportano le comunità locali nel reinventare i loro territori. Mediando tra il patrimonio culturale, la conoscenza ecologica tradizionale e le realtà contemporanee, consente l’emergere dello scambio intergenerazionale e dell’innovazione situata.

La mia curiosità mi spinge ad esplorare modi antichi e nuovi per preservare i sapori di stagione. Sono affascinato dalla frutta, spesso considerata l’apice del ciclo dell’albero da frutto: il culmine di semi, sapore e desiderabilità.
Tuttavia, vorrei andare oltre questa visione, esplorando i sapori prima e oltre la fase di fruttificazione. Approfondendo i cicli di vita e i materiali che emergono con il mutare delle stagioni, possiamo scoprire nuovi modi di interagire, comprendere e condividere l’abbondanza di cure che modella il nostro rapporto con gli alberi da frutto. Ciò include l’apprezzamento non solo delle varietà coltivate, ma anche dei loro antenati selvatici e dei parenti reinselvatichiti, riconoscendo anche le loro qualità uniche.

Suzanne Bernhardt
Suzanne Bernhardt è un'artista che lavora nel campo della narrazione commestibile. Tracciandone le radici e i percorsi, svela le narrazioni dei cibi che ci circondano e li mette in dialogo con temi contemporanei sul vivere e lavorare insieme alle terre in cui abitiamo. All'interno di questo viaggio, collabora con artigiani, agricoltori, scienziati e istituzioni culturali, nonché con collaboratori non umani nella coltivazione di funghi, muffe e batteri per creare installazioni gustose e scultoree.

In Uncommon Fruits vedo un cesto intrecciato dal paesaggio che circonda un albero da frutto, vedo nuvole di fiori di ciliegio nel bosco, vedo filari di vitigni antichi e ibridi nelle valli, vedo bottiglie e vasi di abbondanza riempire gli scaffali. Mi piacerebbe ricordare le routine comuni del passato ed esplorare i futuri gesti di cura attorno ai paesaggi che portano quei frutti, e interrogarmi sulla nostra presenza in essi.

Vida Rucli
Vida Rucli è architetta, curatrice ed editor con base nel paese di Topolò/Topolove, situato al confine tra Italia e Slovenia. È redattrice di Robida Magazine (2014-) e co-curatrice dei programmi e progetti pubblici di Robida (2017-). Ha tenuto lezioni in diverse università (Yale Architecture, Royal Academy of Arts; L'Aia, Politecnico di Milano), collaborato con il festival Climate Care (Floating University, Berlino, 2023) ed è parte del gruppo di ricerca Ecologies of Care (2021-).

Vorrei che la voce di Uncommon Fruits sia giocosa (inventa neologismi), sognante (ama riflettere la morbidezza del paesaggio), iperlocale (usa toponimi, il dialetto locale, parole semplici) ma anche ecologicamente e politicamente consapevole e collocata nel presente (comprende il contesto più ampio della crisi climatica in cui ci troviamo).

Laboratorio n. 2 – Uncommon Woods

Laboratorio n. 2 – Uncommon Woods

by: Robida

30.03.2025

workshop woodcarving Topolò wood

Uncommon Woods – Potrebbe il legno essere un frutto?
Laboratorio di intaglio del legno

17–19.04.2025
Topolò/Topolove

Se vuoi unirti a noi, scrivi una piccola nota a: uncommonfruits@gmail.com.

Seguendo la ricerca di Uncommon Fruits, questo workshop affronta un altro raccolto proveniente dagli alberi da frutto: il legno. Come utilizziamo il legno in modo non predatorio? Le specificità incarnate nella crescita irregolare di un ramo possono informare il processo di modellazione degli artefatti? E come trasmettiamo la conoscenza detenuta dalle mani che lavorano?

In questo workshop di 3 giorni, Diogo Amaro e Madalena Vidigal introdurranno le basi dell'intaglio del legno, dalla raccolta e lavorazione dei materiali alla progettazione e manutenzione degli utensili. I partecipanti si impegneranno in una conversazione con il materiale per realizzare piccoli recipienti (cucchiai, tazze e ciotole) che fungeranno da mediatori nelle degustazioni delle ricette sviluppate per Uncommon Fruits.

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Giorno 1
Mattina: Raccolta di materiali nel bosco. Lavorazione dei pezzi in dimensioni lavorabili.
Pomeriggio: Introduzione agli strumenti per l'intaglio e come maneggiarli in sicurezza. Affilatura e preparazione degli strumenti per il lavoro. Principi per la progettazione di manufatti in legno.

Giorno 2
Mattina: Progettazione con materiali e strumenti I: Calibri e martelli.
Pomeriggio: Intaglio e finitura.

Giorno 3
Mattina: Progettazione con materiali e strumenti II: Coltelli a uncino.
Pomeriggio: Intaglio e finitura.

Foto: Francisco Ascensão